Quali Tipi di Video Creare per il Brand

Ci piace sentirci parte di una comunità, vero? Non si tratta solo di vendere prodotti o aumentare i profitti (sebbene sia un aspetto importante), ma di offrire un luogo dove le persone possano ritrovarsi, confrontarsi e magari anche emozionarsi. In pratica, un catalogo di contenuti ben fatto va oltre la semplice informazione: vuole creare empatia con il pubblico, facendolo sentire parte di qualcosa di più grande.

Creare una strategia di contenuti può sembrare un’impresa titanica, ma in realtà si riduce a seguire alcuni formati rodati e a inserirvi un tocco personale. Molti brand (grandi o piccoli) hanno costruito la propria identità con questo approccio, stimolando la conversazione e trasformando i clienti in veri fan. Pensiamo, ad esempio, a come alcuni marchi di abbigliamento puntino su ironia e video brevi; altri, invece, svelano il dietro le quinte della produzione per alimentare fiducia e trasparenza.

La chiave sta nel punto di partenza: chiederti cosa desideri dal tuo pubblico. Vuoi solo intrattenere? O preferisci avviare un dialogo più profondo, raccogliere testimonianze, far parlare i clienti in prima persona? Rispondere a queste domande fin da subito ti aiuterà a costruire una linea editoriale coerente e appassionante.

Tipologie di contenuto principali: una panoramica

Ecco una rapida carrellata di formati che potresti integrare nella tua strategia di contenuti:

  1. Video “Face to Camera”: una persona (o un gruppo) si rivolge direttamente alla telecamera, condividendo opinioni, storie ed esperienze.
  2. Interviste con membri della community o influencer: conversazioni che danno voce a persone esterne o interne al brand, ognuna con prospettive e backstory uniche.
  3. Video incentrati sul prodotto: contenuti che mostrano come nasce un prodotto, i materiali usati, il processo produttivo o persino l’impacchettamento.
  4. Approccio multi-testimonial: più persone che rappresentano la stessa visione o valori simili (ad esempio diversi dipendenti, clienti, amici del brand).
  5. Articoli basati sulle esperienze condivise: testi o post che descrivono situazioni comuni in cui il pubblico può riconoscersi facilmente.
  6. Listicle e contenuti “a elenco”: post con titoli tipo “5 consigli per…”, “7 strategie su…”, capaci di essere letti e condivisi rapidamente.

Ognuno di questi formati ha una sua funzione: c’è chi preferisce la semplicità di un video davanti alla telecamera e chi punta su articoli più approfonditi. L’obiettivo è trovare un equilibrio, così da offrire una varietà di punti di vista e modalità di fruizione.

I video “Face to Camera”: perché affascinano così tanto?

I video in cui una persona si rivolge direttamente al pubblico funzionano benissimo per stabilire un rapporto caldo, quasi intimo. Chi guarda ha la sensazione di conversare vis-à-vis con qualcuno che condivide riflessioni, suggerimenti, esperienze personali. È un formato che su YouTube ha fatto la fortuna di molti creator: la gente è curiosa di sentire cosa pensi e come lo racconti.

La struttura “Dì ciò che dirai, dillo e poi ripeti ciò che hai detto”

Sembrerà un gioco di parole, ma questo schema si rivela estremamente efficace:

  • Introduzione: spiega subito di cosa tratterai.
  • Parte centrale: sviluppa l’argomento con esempi concreti.
  • Recap finale: riassumi quanto detto e, se vuoi, lascia un invito o una domanda aperta.

Se hai un canale video, questa scaletta ti aiuta a mettere ordine e dare agli spettatori una chiara idea di dove stai andando. Pensa a un tutorial sul fitness da ufficio:

  1. Introduzione: “Benvenuti! Oggi vediamo come ridurre la tensione alle spalle durante la giornata lavorativa.”
  2. Parte centrale: illustra semplici esercizi di stretching o pause attive, magari raccontando episodi della tua routine.
  3. Recap finale: “Ecco, abbiamo visto 3 esercizi rapidi. Li proverai anche tu? Fammi sapere nei commenti!”

Il “My Experience Framework”

Una formula molto gettonata consiste nel narrare la propria esperienza:

  1. Ecco cosa è successo: racconto di un episodio reale o di un aneddoto.
  2. Ecco cosa penso: riflessione sul significato o l’impatto dell’episodio.
  3. Perché dovrebbe interessarti: collega la tua esperienza alla vita di chi guarda.
  4. Le lezioni apprese: riassumi i punti chiave per il pubblico.

È una struttura che dà molta immediatezza, perché ancorata a storie vere. Vuoi parlare di alimentazione sana? Racconta come hai gestito il tuo rapporto col cibo, quali errori hai commesso e cosa hai imparato. Oppure, se hai un brand nel settore del benessere, potresti condividere momenti di “illuminazione” sullo stress quotidiano. L’importante è creare un ponte emotivo con chi ascolta.

Finestra sulla mia quotidianità

Hai notato quanto siano popolari le “storie del mattino,” i “What’s in my bag” o i “Get ready with me” su Instagram e YouTube? Ci affascinano perché mostrano persone comuni (o influencer) alle prese con azioni quotidiane. Facciamo capolino nelle loro cucine, nei loro uffici, nelle loro case.

Un esempio famoso è quello di Glossier, che riprende i suoi dipendenti mentre fanno colazione, preparano il cane prima di uscire o si truccano per andare in ufficio. Non sono video pubblicitari in senso stretto, perché raccontano persone, pur integrando naturalmente il prodotto (ad esempio la crema idratante appena lanciata).
È una tattica semplice ma potentissima per avvicinare il pubblico. Puoi adottarla anche nel tuo caso, mostrando la vita di un collaboratore o di un cliente che rappresenta il tuo target. Rendila spontanea, senza troppi filtri: le persone amano la genuinità.

 Interviste con membri della community o influencer

Le interviste sono un ottimo modo per rompere la routine dei contenuti. Se, ad esempio, sei tu a parlare davanti alla telecamera per 4 video di fila, il quinto potrebbe essere un’intervista a un cliente, un esperto del settore o un influencer. Questo aggiunge varietà e profondità al catalogo.

 Struttura di un’intervista efficace

  1. Presentazione dell’ospite: chi è, di cosa si occupa e perché vale la pena ascoltarlo.
  2. Introduzione al tema: spiega brevemente l’argomento che verrà trattato.
  3. Domande preparate: avere una traccia di massima ti aiuta a non divagare e a mantenere il focus.
  4. Spazio per l’improvvisazione: se emerge un aneddoto interessante, asseconda la conversazione.
  5. Chiusura con recap: ringrazia, riassumi i punti cruciali e invita il pubblico a commentare.

Perché funziona

  • Credibilità: le parole di un ospite esperto o di un cliente soddisfatto possono essere molto persuasive.
  • Novità: ogni persona intervistata ha uno stile diverso.
  • Coinvolgimento della community: invitare membri reali del pubblico fa capire che la voce di tutti conta e può ispirare chi guarda o legge.

Video incentrati sul prodotto: fabbricazione e retroscena

Ogni tanto, i consumatori desiderano sbirciare dietro le quinte per capire come viene realizzato un prodotto: dai materiali all’assemblaggio, dagli ingredienti naturali ai test di qualità. Questo tipo di contenuti può rinsaldare la fiducia nel brand, perché mostra trasparenza e cura del dettaglio.

Alcune aziende lo fanno presentando la catena di produzione e spiegando ogni passaggio con voice-over o didascalie. Altre preferiscono stilemi più creativi, magari con time-lapse e musica di sottofondo.
Ad esempio, un marchio di cosmetici può far vedere come si mescolano gli ingredienti in piccoli lotti, e come si riempiono i vasetti a mano per garantire la freschezza del prodotto. Un brand di arredamento può mostrare i falegnami all’opera, i materiali grezzi che pian piano diventano mobili di design.
Non è un contenuto da pubblicare ogni giorno, ma qualche video “dietro le quinte” infonde sicurezza e curiosità nel pubblico, aiutando a capire la passione e l’impegno che metti nel tuo lavoro.

Voci multiple: un passaggio strategico

Alcuni brand partono con un unico portavoce (spesso il fondatore o un volto riconoscibile) e poi, crescendo, sentono l’esigenza di coinvolgere più figure. Questo per diversi motivi:

  1. Ridurre la dipendenza da una sola persona: se il creatore originale lascia o cambia prospettiva, il brand non deve crollare.
  2. Offrire punti di vista differenti: ascoltare più voci e storie arricchisce l’esperienza del pubblico.
  3. Rendere il marchio più inclusivo: si passa dal “one-man show” alla rappresentazione di una community vera e propria.

Il cambiamento a volte è netto: si passa da contenuti incentrati su una singola figura a un mosaico di volti e storie. L’idea è valorizzare “le persone” come forza trainante, permettendo a chiunque di ritrovarsi in qualche racconto o visione.

Interviste di gruppo e come organizzare uno shooting

Se desideri raccogliere molte testimonianze in un colpo solo, puoi pianificare giornate di ripresa o shooting fotografici coinvolgendo vari partecipanti (clienti, dipendenti, amici del brand). In poche sessioni, puoi ottenere ore e ore di materiale da pubblicare con cadenza settimanale o mensile.

Punti chiave per il successo di queste sessioni:

  • Definisci un mood: che atmosfera vuoi creare? Allegra, informale, profondamente ispirazionale?
  • Prepara un set di domande standard: ad esempio, “Come ti vedi fra 10 anni?”, “Cosa ti rende davvero felice ogni mattina?”, “Che opinione hai su questo mercato/prodotto/settore?”
  • Lascia spazio all’improvvisazione: ogni persona ha storie diverse; se vedi che ne emerge una particolarmente interessante, assecondala.
  • Seleziona con cura: per evitare sorprese, è meglio fare una piccola videochiamata con i candidati prima di invitarli al set, così da capire se sono a loro agio davanti alla telecamera.
  • Coinvolgi i social: se cerchi volontari, pubblica un annuncio su Facebook, Instagram o invialo alla tua mailing list. Spiega chi cerchi, il tipo di contenuto che realizzerai e come candidarsi (magari chiedendo un breve video di presentazione).

A livello pratico, un brand che produce cosmetici potrebbe invitare donne e uomini di età diverse, chiedendo loro di raccontare esperienze di skincare quotidiana. Un’azienda di abbigliamento sportivo potrebbe raccogliere interviste di atleti amatoriali. L’importante è restituire un senso di autenticità e vicinanza.

Articoli sulle esperienze condivise

Non è tutto video: i contenuti scritti restano fondamentali. Gli articoli basati sull’esperienza (o “shared experience articles”) sono molto potenti per creare empatia. Prendiamo alcuni esempi ipotetici:

  • “5 modi per affrontare lo stress pre-gara se sei un runner alle prime armi”
  • “7 strategie per chi lavora da casa e non vuole sentirsi solo”
  • “10 pensieri che tutti hanno avuto almeno una volta durante una dieta”

La struttura è semplice e si lega alla quotidianità. Nella stesura, cerca di mantenere un tono colloquiale. Questi articoli funzionano perché chi legge si riconosce in situazioni reali (“Anch’io ho provato quella sensazione!”) e prova un senso di appartenenza. In più, se i consigli sono validi, l’articolo può diventare virale e condividerlo sui social è un attimo.

Perché ci piace farci influenzare? Cenni di psicologia sociale

Quando parliamo di opinioni, take personali o “finestra sulla mia vita,” tocchiamo un tema di psicologia sociale: la gente è attratta dalle idee di chi si espone con sicurezza e semplicità. In fondo, cerchiamo tutti guide o conferme. Pensiamo al fenomeno degli youtuber con milioni di follower che iniziano semplicemente raccontando la loro giornata o commentando notizie.

Se un creatore si presenta con passione e coerenza, la community si fidelizza e si sente rappresentata. E ciò vale anche per un brand: se l’azienda (o chi parla per essa) esprime un messaggio chiaro, molti utenti cercano subito di capire se quel messaggio risuona con le proprie convinzioni. Il segreto è la coerenza nel tempo: non dire oggi una cosa e domani l’opposto (a meno che non ci sia stato un cambiamento motivato e ben spiegato).

Consigli tecnici sulla struttura dei video

Oltre ai contenuti, un altro aspetto fondamentale è come presenti il video in termini di ritmo, montaggio e fruibilità.

  • Evita intro lunghe: quei 20-30 secondi di animazioni iniziali rischiano di far scappare chi guarda. La gente vuole entrare subito nel vivo.
  • Riduci all’essenziale i loghi e le transizioni: se vuoi inserire un logo, fallo in modo discreto (magari un watermark in un angolo). Eventuali sigle, meglio metterle alla fine, come un brevissimo “gong finale.”
  • Mantieni alta l’attenzione: se stai parlando di qualcosa di concreto (tipo una ricetta o un prodotto), mostra passaggi, ingredienti, location diverse o inquadra oggetti per spezzare la monotonia.
  • Sorridi e guardati intorno: l’espressività conta molto nei video “Face to Camera.” Varie pause, cambi di tono e qualche battuta aiutano a creare un clima informale ma coinvolgente.

Una scaletta pratica per i video didattici: “Perché, Cosa, Come, Obiezioni e Azione”

Se devi insegnare o condividere competenze, ecco un modello di struttura che funziona sia in video sia in forma scritta:

  1. Perché: spiega l’importanza del tema (“Ecco perché devi saperlo”).
  2. Cosa: illustra gli elementi fondamentali dell’argomento.
  3. Come: descrivi i passaggi o il processo per imparare o applicare quanto detto.
  4. Obiezioni (What if): rispondi preventivamente alle possibili domande o dubbi (“E se non avessi tempo?”, “E se non avessi gli strumenti giusti?”).
  5. Azione finale: proponi un esercizio, un compito, o semplicemente invita a lasciare un commento.

Un esempio su un tema semplice: “Perché e come iniziare a correre la mattina”:

  • Perché: evidenzia i benefici (energia, controllo del peso, spirito più lucido).
  • Cosa: indica l’attrezzatura minima (scarpe, abbigliamento).
  • Come: suggerisci un piano graduale (camminata veloce, poi corsa leggera).
  • Obiezioni: “E se piove? E se non ho un parco?”
  • Azione finale: “Fai una prova domani: prepara la borsa la sera e raccontami nei commenti com’è andata.”

 In conclusione: idee e prossimi passi

Realizzare un catalogo di contenuti (video e articoli) non è solo una trovata di marketing, ma un modo per avviare conversazioni sincere e durature. Ogni formato (dal “face to camera” ai tutorial, dalle interviste agli approfondimenti di prodotto) contribuisce a costruire un ecosistema narrativo dove il tuo pubblico si sente a casa. Soprattutto, non serve un budget infinito o attrezzature hollywoodiane per partire: uno smartphone, un microfono decente e tanta passione bastano per iniziare.

Il vero motore è la voglia di connettersi alle persone. E, se ci pensi, è questa la scintilla dietro ogni grande progetto: un pizzico di autenticità, un desiderio di coinvolgere, e la costanza di pubblicare con una certa regolarità. Potrai prenderti licenze creative, passare da formati brevi a formati lunghi, alternare riflessioni serie ad altre più leggere. Col tempo, avrai una libreria di contenuti che il tuo pubblico potrà esplorare e condividere.

Ultimi consigli di pubblicazione e produzione

  1. Calendario editoriale: decidi quanti contenuti rilasciare (anche solo 1 a settimana) per creare abitudine.
  2. Equilibrio tra formati: alterna video di opinione, interviste, dietro le quinte e post scritti più strutturati.
  3. Cura i titoli e le miniature: su YouTube o sui social, la prima impressione conta. Titoli chiari e invitanti migliorano il click-through.
  4. Invita all’interazione: ogni contenuto è un’occasione per chiedere feedback e rispondere ai commenti.
  5. Analizza le metriche: guarda quanti restano fino alla fine dei video, in che punto calano le visualizzazioni. Se noti un picco di abbandono a 15 secondi, magari la tua introduzione è troppo lunga.
  6. Non avere paura di sperimentare: se un contenuto non funziona, prova a cambiare stile o struttura. Il pubblico online è in continuo mutamento.

 Pronto a raccontarti (e a far parlare gli altri)?

Se hai letto sin qui, probabilmente stai già visualizzando qualche idea per il tuo primo (o prossimo) contenuto. Ricorda che anche i più grandi brand o influencer hanno iniziato in piccolo, provando, sbagliando e correggendo il tiro. Quello che conta davvero è la costanza nel pubblicare e l’attenzione verso la community.

Forse stai pensando a un video in cui racconti la tua routine mattutina; o magari a una lista di consigli per chi si avvicina al tuo settore. O, ancora, a un’intervista con un appassionato del tuo prodotto. Tutto va bene, purché risulti autentico e coerente con i valori che vuoi trasmettere.

Il bello di questo percorso è che, mentre pubblichi, scoprirai quante persone apprezzano quel tipo di contenuto e, soprattutto, quante storie interessanti arriveranno a te in risposta. Del resto, non dimentichiamolo: il contenuto più coinvolgente nasce dal desiderio di scambiare emozioni, idee e ispirazioni con il mondo.

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