Immagina di svegliarti la mattina, guardarti allo specchio e pensare a tutte le sfide che ti aspettano. Ogni cliente fa la stessa cosa: apre gli occhi e affronta piccole e grandi preoccupazioni quotidiane. Vuole risolvere problemi, sentirsi soddisfatto, eliminare frustrazioni. Ecco perché, quando racconti il tuo marchio, è fondamentale che la narrazione parta da loro. In molti contesti di marketing, invece, si tende a fare l’errore opposto: la storia si incentra solo sull’azienda, sui suoi successi, su quanto è “straordinaria” o “unica.”
Tu sai bene che il tuo prodotto o servizio ha tantissime qualità. Sai anche che, tecnicamente, potresti parlare per ore di quanto la tua impresa abbia un background di tutto rispetto. Ma la verità è che i clienti hanno la loro agenda di preoccupazioni e di obiettivi da raggiungere. Sono loro, non il tuo brand, a sentirsi gli eroi della trama. Se manca questa consapevolezza, rischi di restare in un angolo, incapace di attirare l’interesse di chi legge o ascolta il tuo messaggio.
Qual è, allora, la svolta? Devi farti da parte e lasciare che sia il tuo pubblico a stare al centro del palco. Dopotutto, chi compra vuole capire subito cosa ottiene: desidera essere rassicurato, sente la necessità di vedere risolto il proprio problema. Tu sei l’amico risolutore, il mentore che compare nella scena cruciale per offrire aiuto. Se ti posizioni troppo al centro e riempi la narrazione del tuo “Io, Io, Io,” il cliente cercherà un altro brand più in sintonia con le sue aspettative.
Una rapida curiosità: se guardi i film d’azione, l’eroe ha quasi sempre una guida. Potrebbe essere un allenatore, un maestro, un compagno più esperto. Quella figura non ruba mai la scena: al contrario, offre consigli, supporto, mette l’eroe in grado di vincere. Proprio come dovrebbe fare il tuo marchio.
Parlare Meno di Te e di Più di Loro
Forse ti starai chiedendo: “Ma se non parlo di me, come faccio a far capire che sono una buona scelta?” La risposta è semplice: parlane il minimo indispensabile e soltanto quando serve a rassicurare il cliente. Hai mai notato che nelle storie migliori la guida spende poco tempo a narrare la sua biografia e si concentra invece su come risolvere il problema dell’eroe?
Un errore tipico è inserire fin troppe pagine “Chi siamo” in un sito, evidenziando la storia della fondazione, i premi ricevuti, la tradizione di famiglia, i valori, e persino i gatti del fondatore. Va bene dare un pizzico di contesto, ma se l’utente viene sommerso in una marea di informazioni non fondamentali, scappa. Vuole capire come lo aiuterai a raggiungere uno stato di soddisfazione. Vuole sapere se può fidarsi di te, se puoi eliminare quell’ansia, quello stress, quell’incertezza che lo tormenta.
C’è chi teme di passare per “poco autorevole” se non sottolinea la propria esperienza. Tranquillo, non è così. Puoi far capire la tua competenza con testimonianze, dati concreti, collaborazioni importanti. Ma dev’essere funzionale a dare al cliente l’idea di una guida affidabile, non di un brand egocentrico.
Ricorda che l’ego del tuo marchio conta poco per chi sta cercando una soluzione rapida ed efficace. Il “di più su di me” è utile solo quando regala sicurezza e chiarezza a chi, nel suo ruolo di protagonista, cerca conferme sulla bontà della scelta.
Basta Complessità – Se Confondi, Perdi
Parliamoci chiaro: viviamo in una società in cui la gente riceve centinaia di stimoli ogni giorno. Pubblicità su Facebook, e-mail, notifiche sullo smartphone, cartelloni per strada. Se la tua comunicazione risulta complicata, il potenziale cliente non si ferma a riflettere. Semplicemente, si allontana. L’effetto “troppo difficile da capire” produce disinteresse immediato.
“La gente compra ciò che capisce in un lampo,” potremmo riassumere. Perciò devi presentare il tuo messaggio in modo lineare, con un linguaggio pulito, senza parole tecniche superflue. Se vuoi vendere un servizio di pittura, meglio dire: “Pitturiamo tutto ciò che desideri. Chiedici un preventivo,” piuttosto che perdersi in dettagli su vernici specifiche, metodologie avanzate, scale professionali e via dicendo. Può sembrare banale, ma è proprio la semplicità a far sì che il messaggio scorra fluidamente nella mente di chi ascolta.
“Se confondi, perdi” è una massima che vale in ogni campo. Basta dare uno sguardo ai siti troppo carichi di link, sezioni complicate, paragrafi tecnici. Spesso non si arriva nemmeno a leggere la metà della pagina. Per questo occorre chiarezza: meglio una soluzione rapida e immediata di un trattato enciclopedico. C’è chi pensa: “Il mio prodotto è complesso, devo spiegare tutto!” In realtà, no. Prima guadagni l’attenzione con un concetto semplice, poi eventualmente offri un percorso di approfondimento a chi è davvero interessato.
La Magia della Semplicità e della Prevedibilità
Hai mai guardato un film dove è subito chiarissimo chi sia il cattivo? La colonna sonora diventa cupa, il personaggio indossa abiti scuri, ha un’espressione sinistra. È tutto esplicito, senza troppi giri di parole. Perché? Semplice, lo spettatore ama riconoscere i ruoli, sapere cosa aspettarsi, entrare nella storia con qualche punto fermo.
Nel marketing funziona allo stesso modo. Se hai una proposta, falle interpretare il ruolo giusto: risolvi un problema, prometti un vantaggio, offri una trasformazione chiara. Se vuoi usare un paragone culinario, pensa alla ricetta di una pasta al pomodoro: pochi ingredienti chiari, una preparazione facile da comprendere, un risultato gustoso. Nessuno si scoraggia di fronte a un piatto semplice da intuire. Anzi, la semplicità rassicura, dà serenità.
Prevedibilità non vuol dire noia. Vuol dire coerenza. Vuol dire evitare messaggi contraddittori o confusionari. Se prometti “Rendere più fluida la gestione e-commerce,” devi restare sul punto: spieghi, in modo essenziale, come faciliti le vendite, come agevoli i pagamenti, come rendi il tutto scorrevole. Se cominci a divagare troppo su temi collaterali, chi ti ascolta smarrisce la rotta.
I Fondamentali della Storia – Un Eroe con un Obiettivo e un Problema da Risolvere
Quando qualcuno scrive un racconto o un film, di solito la struttura base è semplice: un protagonista desidera qualcosa, deve affrontare un ostacolo e vuole evitare un finale spiacevole. Nel marketing è lo stesso. I tuoi clienti sono i protagonisti (non tu). Hanno un desiderio (o un bisogno), ci sono delle barriere che gli impediscono di soddisfarlo, temono le conseguenze se non ci riescono. La tua azienda spunta all’orizzonte come guida, mostrando un piano che farà evitare il fallimento e portando a un lieto fine.
A volte, l’errore più diffuso è riempire la storia di dettagli secondari. Se vendi un software, potresti essere tentato di elencare ogni funzionalità, i componenti tecnici, le variabili di aggiornamento. Invece, focalizzati sul filo conduttore: perché quella persona dovrebbe fidarsi di te, in che modo tu la aiuti a vincere la sua “battaglia”? Tutto ciò che non serve a questa narrazione può essere omesso o messo in secondo piano.
Non si tratta di nascondere informazioni. Piuttosto, di sapere cosa collocare in primo piano e cosa lasciare a un livello più profondo. In marketing, la sintesi è un dono prezioso. Se tutto è importante, nulla è importante: rispetta la centralità del desiderio del cliente e rimuovi il superfluo.
Marketing a Confronto – Raccontare o Andare Dritti al Punto
Raccontare storie non è l’unico modo di vendere. A volte, se il prodotto è abbastanza semplice e la gente ne percepisce da subito i benefici, potrebbe bastare un messaggio diretto: “Ecco il principale vantaggio, ecco le caratteristiche che lo sostengono, contattaci.” Succede, per esempio, con alcuni beni di consumo rapido o con alcuni servizi di base.
Però, se quello che vendi è complesso, o se vuoi differenziarti in modo incisivo, la struttura narrativa diventa un’arma potentissima. Le storie catturano l’attenzione, danno un quadro facile da ricordare. Trasformano un servizio da pura “lista di caratteristiche” a un racconto con emozioni, obiettivi, ostacoli e una vittoria finale. E l’utente, immedesimandosi, sente più forte il desiderio di acquistare.
Non è obbligatorio usare sempre le stesse tecniche. Ciò che conta è la coerenza con l’offerta. Se vendi un prodotto molto tecnico, potresti mescolare qualche elemento narrativo con prove concrete, testimonianze, dati statistici. Se vendi, ad esempio, un corso di cucina, un aspetto più emozionale – “Ti trasformerai in un cuoco sicuro di sé, in grado di stupire i tuoi ospiti” – funziona a meraviglia. La parola chiave qui è “adattare” la narrazione a ciò che vendi e alla mentalità del pubblico.
Come Semplificare – L’Essenza di Ogni Storia
Ripensa alle fiabe che sentivi da bambino: c’era un eroe con un obiettivo, un cattivo, un viaggio, degli ostacoli, il rischio di un epilogo negativo, e infine la possibilità di un esito felice. Più la fiaba era chiara, più restavi incollato all’ascolto. Lo stesso discorso vale per il marketing. La ripetitività di certe strutture narrative non è un difetto, ma un vantaggio, perché il cervello umano ne comprende subito la logica.
Di solito, chi acquista un prodotto/servizio ha una serie di ragioni razionali ed emotive. Non basta dire: “Il nostro software ha 10 funzioni in più.” Ciò può interessare a un pubblico esperto, ma spesso la leva determinante è la semplicità con cui l’utente percepisce la soluzione al suo problema. La storia aiuta proprio in questo: potrai illustrare un personaggio simile al tuo potenziale cliente, con la medesima frustrazione, e mostrare come, grazie al tuo aiuto, raggiunga un risultato positivo.
Quando scrivi la tua comunicazione, chiediti: “Sto centrando l’obiettivo? Sto mostrando chiaramente il problema e la soluzione? Sto evitando dettagli che non aggiungono nulla?” Se la risposta è sì, stai già avviando una narrazione efficace.
La Struttura SB7 – Un Framework per Dare Chiarezza alla Tua Storia
Qui entriamo in quello che viene chiamato SB7 framework. È un metodo di racconto che può rivelarsi molto utile quando vuoi costruire una comunicazione basata sulla storia del cliente. Vediamo i punti, spiegandoli uno a uno in modo discorsivo
- Il Personaggio
La prima componente è il tuo cliente, non tu. La persona che vuoi aiutare. Va immaginata e dipinta in modo da riflettere i problemi e i desideri che ha davvero. Se vendi un software di e-commerce, il tuo personaggio sarà magari il proprietario di un negozio online che fatica a gestire troppi ordini o ha un carrello di acquisto poco ottimizzato. - Il Problema
Qui concentriamoci soprattutto sull’aspetto emotivo (frustrazione, paura, ansia) e non solo sull’ostacolo esterno. Se il tuo eroe è un imprenditore di un negozio online, l’ostacolo esterno è la piattaforma lenta o il mancato supporto tecnico. Ma il disagio interno è: “Mi sento sopraffatto,” “Non riesco a dormire la notte perché ho paura di perdere clienti,” “Mi vergogno se l’esperienza utente è scadente.” - La Guida
Tu sei la guida. Sei colui che sa come affrontare la situazione e dà la soluzione. Il cliente non vuole un amico chiacchierone: vuole una guida sicura, uno specialista, un brand autorevole. In questa fase, per affermare la tua credibilità, puoi servire testimoni, risultati concreti, storie vere di successo. - Il Piano
Una volta conquistata la fiducia, devi fornire un percorso chiaro. Un accordo semplice, un processo ben definito. Questo elimina ogni incertezza. Il cliente pensa: “So cosa succede nel primo step, nel secondo step, e così via. Non c’è ambiguità.” - La Chiamata all’Azione
Qui bisogna essere diretti: “Prenota una demo,” “Acquista ora,” “Iscriviti,” “Chiedi un preventivo.” Questo è il momento in cui fornisci l’input esplicito per agire. Può essere anche una “chiamata di transizione,” cioè un invito meno impegnativo come “Scarica la guida gratuita” o “Guarda il nostro webinar.” L’importante è offrire una strada per avvicinarsi. - Evitare il Fallimento
Mostra cosa succede se non agiscono. Se non prendono provvedimenti, i clienti rischiano di continuare a convivere con il problema. Al tempo stesso, non bisogna esagerare con la paura, ma ricordare che un non-gestire la situazione ha un costo. - Il Successo
La conclusione felice, l’obiettivo finalmente raggiunto: la storia ha il suo lieto fine. Ciò motiva il cliente. Fa vedere che c’è una ricompensa concreta e tangibile. Anche qui, meglio essere specifici. Se insegni a vendere siti web a 15.000 euro l’uno, dillo con chiarezza. Se prometti di insegnare a cucinare piatti gourmet per una cena elegante, mostrane il valore.
Questo schema, nella sua semplicità, copre tutte le sfumature che servono per non smarrire la rotta.
Identificare i Problemi del Tuo Cliente – Come Fare e Perché è Fondamentale
Quando pianifichi la tua comunicazione, la domanda più rilevante è: “Cosa impedisce ai miei clienti di ottenere ciò che vogliono?” E non parliamo soltanto di ostacoli pratici (es. “Non trovo uno strumento adatto alle mie esigenze”), ma delle spinte emotive e psicologiche che ci sono dietro.
Facciamo un esempio col settore e-commerce. Magari il blocco vero è la paura di fallire, il timore di non riuscire a stare al passo con i concorrenti, la vergogna di avere un negozio online che non funziona a dovere. Mentre l’ostacolo esterno potrebbe essere la piattaforma obsoleta. Ma si compra la tua soluzione soprattutto per calmare quell’inquietudine interna: “Se adotto Shopify Plus (o una soluzione simile), potrò finalmente dormire sereno, sapendo che tutto funziona alla grande.”
A volte, si aggiunge un terzo livello: il tema più ampio, che possiamo definire “filosofico.” Per qualcuno, “risolvere il problema” diventa un modo per portare avanti una certa idea di valore superiore. Pensa a TOMS, che attraverso l’acquisto di calzature fa leva anche su chi vuole contribuire a cause benefiche. Non è solo una scarpa. È un’opportunità di avere un impatto etico. Ovviamente, non tutti i brand si muovono su questa sfera, ma se ne hai la possibilità (e se è genuino), può essere un tassello in più.
Il Ruolo della Guida – Come Dimostrare che Sei Affidabile
Ora che hai identificato il problema, devi mostrare di avere la giusta autorevolezza per risolverlo. Ma come farlo senza cadere nel narcisismo? In genere, due strumenti aiutano molto:
- Testimonianze dei Clienti Soddisfatti: Se vendi un percorso formativo, far parlare i partecipanti che hanno ottenuto risultati concreti è oro colato. Una breve citazione: “Ho aumentato le vendite del 50% grazie al corso di Mario Rossi,” vale più di 10 paragrafi autoreferenziali.
- Dati Concreti: Statistiche, numeri, dati sul guadagno, crescita percentuale, riduzione delle spese o risparmio di tempo. Puoi dire: “Questo software ha ridotto i tempi di gestione del magazzino del 30%,” offrendo un riferimento specifico.
Attenzione, però, a non sommergere le persone con un mare di numeri. Se comunichi troppi dati tutti in una volta, potresti annoiare o confondere. Scegli quelli più significativi e funzionali a dimostrare che sai quello che dici. Col tempo, potrai dettagliare di più in una sezione dedicata a chi è già interessato.
Infine, se hai riconoscimenti o premi, menzionali in modo breve e chiaro. Stessa cosa vale per i loghi di brand conosciuti che hanno lavorato con te. Il cervello umano è sensibile all’effetto “se questi grandi nomi si fidano, probabilmente è una realtà valida.”
Chiamata all’Azione – Dare una Direzione al Protagonista
I tuoi clienti, come tutti i protagonisti, hanno bisogno di una spinta per passare dai propositi all’azione. Al cinema, spesso è la scena in cui la guida, con tono fermo, dice: “Adesso basta esitazioni, dobbiamo agire!” Nel marketing, la stessa dinamica avviene con la call to action (CTA).
- CTA Diretta: Inviti il cliente a compiere un’azione immediata, tipo “Acquista ora,” “Prova gratuita,” “Richiedi un preventivo.”
- CTA di Transizione: L’invito è meno impegnativo e serve per avvicinare il pubblico. “Scarica il nostro e-book,” “Segui il webinar gratuito,” “Iscriviti alla newsletter.”
Le CTA di transizione possono aiutare chi non è ancora pronto a comprare. Spesso capita che una persona si interessi a ciò che offri, ma abbia bisogno di qualche contenuto in più prima di fidarsi. Ecco perché una CTA “soft” può spingerla a restare in contatto. Nel tempo, se la tua offerta risponde davvero alle sue necessità, il contatto potrebbe trasformarsi in cliente.
Un errore frequente è temere di essere troppo insistenti. In verità, è peggio essere troppo vaghi. Se alla fine di un contenuto ben strutturato non spieghi mai cosa fare concretamente, l’utente potrà anche aver pensato: “Bello!” ma poi chiude la pagina e passa ad altro. Quante volte ti è successo di leggere qualcosa di interessante e di non trovare un chiaro passo successivo? Ecco, non lasciare i tuoi potenziali clienti in questo limbo.
Evita il Fallimento – Mostrare le Conseguenze di Non Agire
Nella narrativa classica, c’è sempre il rischio di un fallimento per il protagonista: il male vince, l’eroe perde tutto, scoppia una crisi peggiore. Nel contesto marketing, devi mostrare in modo onesto e trasparente cosa succede se il cliente non risolve il proprio problema. Non serve fare terrorismo psicologico; piuttosto, è questione di realismo.
Se vendi un servizio di disinfestazione dalle termiti, puoi ricordare che oltre il 30% delle case presenta segnali di infestazione. Se nessuno interviene, i danni aumentano e le spese di riparazione lievitano. Non è un’invenzione, è un dato. Sottolineare le conseguenze negative motiva all’azione e fa capire che c’è urgenza. Senza questa consapevolezza, molti restano inerti.
Un esempio diffuso nel marketing online è la paura di perdere soldi e clienti, unita all’ansia di venire sorpassati da concorrenti più attenti. Se non investi in una piattaforma e-commerce moderna, potresti ritrovarti con un negozio antiquato e scarsa fiducia da parte del pubblico. Questo discorso vale in ogni ambito: dalla pittura di interni (la casa può rovinarsi) fino al software gestionale (rischi perdite di dati, blocchi, inefficienze).
Dipingi lo Scenario Finale Desiderato
Al termine di un film che si rispetti, l’eroe trionfa. Quando racconti la tua storia di marketing, metti in mostra come cambia la vita del tuo cliente dopo aver adottato la tua soluzione. Se offri un servizio di formazione, parla del salto di carriera ottenuto dai partecipanti. Se vendi un software, mostra i benefici, la semplicità ritrovata, il tempo risparmiato.
Questa fase non è da trascurare. Troppo spesso le aziende si fermano a elencare caratteristiche e funzioni, ma non fanno percepire come sarà bello avere il problema finalmente risolto. Un esempio classico: “Diventa Product Marketing Manager e guadagna oltre 100.000 euro l’anno.” È un’immagine concreta di successo. Meglio ancora se, dopo la promessa, aggiungi prove tangibili di chi c’è riuscito davvero.
Quando crei un visual (può essere un banner o una foto sul sito), cerca di trasmettere questa positività. Una persona serena, che sorride mentre guarda la dashboard di vendite in crescita, oppure un proprietario di casa felice di vedere le pareti appena ridipinte e i complimenti dei vicini. Si tratta di far visualizzare il lieto fine, così da rendere l’acquisto emozionante e motivante.
Ripetersi Non è un Male – La Frequenza Genera Memoria
Spesso i brand hanno il timore di annoiare ripetendo lo stesso messaggio. In realtà, per emergere dalla valanga di contenuti, devi insistere con costanza. La frequenza pubblicitaria serve perché le persone, con una sola esposizione, ricordano poco o nulla. Se mostri il tuo annuncio una volta, molti neppure lo notano. Se lo mostri dieci volte, allora cominciano a ricordare qualcosa. Se non la esageri, questa ripetizione è necessaria per piantare il seme nella mente del cliente.
Chiaramente, serve equilibrio. Non devi bombardare gli utenti con la stessa identica frase, ma declinarla in modi leggermente diversi, mantenendo il concetto base. Se la tua proposta è “Ti aiuterò a ottenere un risultato tangibile,” ripetilo mostrando esempi, testimoni, e aggiungendo qualche variazione di contesto. L’importante è la coerenza del messaggio e la semplicità della struttura.
Niente Gergo Complicato – Parole Chiare, Accessibili e Immediate
Un’altra insidia: usare termini troppo tecnici. Hai presente quando un fotografo professionista parla di “profondità di campo,” “lunghezza focale,” “diaframma”? A chi non è del mestiere, queste cose dicono poco. Meglio un’espressione come: “Scatta foto dove il soggetto è a fuoco e lo sfondo risulta sfocato, per un effetto da copertina.” Sembra banale, eppure tanti brand scivolano su un eccesso di gergo interno.
Le persone apprezzano messaggi scritti come “parleresti a un amico.” Senza sminuire la professionalità, un linguaggio diretto e comprensibile amplia il tuo pubblico e riduce la confusione. Se proprio devi inserire termini tecnici, spiega brevemente cosa significano. E non farlo in modo meccanico, ma con esempi tangibili o immagini evocative. Diciamo che, prima di ricorrere a espressioni specialistiche, dovresti chiederti: “È davvero necessario? Aggiunge chiarezza o la toglie?”
Tre Tipologie di Problemi – Esterni, Interni e Filosofici
Abbiamo parlato in precedenza di come ogni cliente affronti tre livelli di problemi. Richiamiamoli in modo narrativo, così diventano più facili da ricordare:
- Esterni: Situazioni concrete e tangibili (un tubo che perde, una casa da imbiancare, un software che non risponde bene, una macchina da acquistare).
- Interni: Sentimenti di vergogna, ansia, frustrazione, confusione, insicurezza. Spesso queste emozioni muovono in modo più forte la scelta di un brand.
- Filosofici: Ambizioni più grandi, questioni valoriali, come salvare l’ambiente, contribuire a una causa sociale, portare un miglioramento nel mondo.
Quando integri questi tre livelli nella tua storia, dai una spinta ulteriore al tuo messaggio. Per esempio, una ditta di pittura può:
- Far leva sull’aspetto esterno: “Le tue pareti si stanno rovinando.”
- Toccare il lato interno: “Ti piacerebbe avere una casa di cui non vergognarti di fronte agli ospiti?”
- Accennare a un aspetto filosofico: “Ridurre gli sprechi scegliendo vernici più sicure per te e per l’ambiente.”
Non tutti reagiranno allo stesso livello, ma la presenza combinata di questi fattori può ampliare la risonanza del tuo racconto.
Esempio Pratico – Come Potrebbe Apparire una Breve Storia
Proviamo a strutturare un esempio velocissimo, mixando quanto imparato finora. Mettiamo il caso di vendere un corso per diventare un cuoco amatoriale più abile. Il personaggio è una persona comune, che ama la cucina ma si sente poco capace. Il suo problema interno è la frustrazione di non riuscire a cucinare piatti che stupiscano i familiari. Il problema esterno è la mancanza di tecniche giuste, magari attrezzature adeguate. Il problema filosofico, se c’è, potrebbe essere il desiderio di far rivivere la tradizione culinaria italiana nel proprio quartiere.
Tu sei la guida, un esperto chef con anni di esperienza. Offri un piano: “Il nostro percorso in 4 lezioni ti trasforma da cuoco timido a cuoco sicuro di sé, con ricette regionali facili.” La CTA: “Iscriviti subito.” Eviti il fallimento: “Non restare a guardare le ricette online senza capire come applicarle.” Prospetti il successo: “Immagina la tua famiglia che si lecca i baffi e i tuoi amici che ti chiedono: ‘Come fai a cucinare così bene?’”
Questo piccolo “spot narrativo” dà l’idea di come strutturare un messaggio seguendo lo schema SB7, mantenendo un linguaggio semplice e orientato al cliente.
Conclusioni
Ricordiamo la traccia fondamentale:
- Il tuo cliente è l’eroe.
- L’eroe ha un desiderio preciso (risolvere un problema esterno) e una frustrazione interna (emotiva).
- Arrivi tu, la guida, che mostri un piano chiaro, combatti la confusione, offri autorità e sicurezza.
- Chiami il cliente a un’azione concreta, per evitare il fallimento e raggiungere un successo palpabile.
- Sottolinei la trasformazione positiva che avverrà.
Se vuoi essere certo che ogni tuo testo – che sia una pagina web, un’e-mail, un annuncio video – rispetti questa struttura, dedica qualche minuto a controllare ciascun elemento prima di pubblicare. Ti accorgerai che a volte mancano pezzi fondamentali. Magari hai descritto bene il problema, ma non hai spiegato come contattarti. Oppure hai abbondato di dati tecnici, ma non hai sottolineato il lato emotivo. O, ancora, hai dimenticato di mostrare cosa succede se il cliente non agisce.
Lo scopo finale di una storia di marketing non è vincere il premio per la miglior sceneggiatura, ma coinvolgere chi legge e fargli capire che la strada verso la soluzione è più vicina di quanto creda. Questo approccio crea un legame emotivo, oltre che razionale, e aumenta di molto la possibilità che le persone scelgano te invece di un concorrente.
Ricorda, ogni volta che scrivi: i clienti si chiedono “Che cosa ci guadagno, perché dovrei fidarmi, come posso fare il prossimo passo?” Se rispondi con immediatezza, hai già un enorme vantaggio. E se aggiungi un pizzico di calore umano, una storia chiara e una CTA ben visibile, sarà più probabile che un semplice curioso diventi un fedele seguace del tuo brand.
