In questa guida, parleremo di come mettere in piedi un vero e proprio “processo creativo” che vi permetta di generare nuove idee di contenuto in modo regolare e strutturato. Spesso, quando arriva il momento di inventare qualcosa da pubblicare, ci troviamo con la mente che sembra vuota, mentre magari fino a un secondo prima avevamo mille intuizioni che ci frullavano per la testa. È un fenomeno comune: siamo in grado di sognare idee mentre passeggiamo o siamo sotto la doccia, ma appena ci sediamo alla scrivania, ecco che tutto sparisce misteriosamente. Per ovviare a questo problema, è fondamentale adottare un metodo ricorrente e affidabile, che possa accompagnarci ogni volta che abbiamo bisogno di alimentare i nostri canali social, il blog o le newsletter.
Perché vi serve un processo per generare idee di contenuto?
La nostra mente produce migliaia di pensieri ogni giorno, secondo alcuni studi persino decine di migliaia. È un flusso continuo e spesso ingestibile, specialmente se non c’è un contenitore in cui ordinare questi spunti e trasformarli in qualcosa di concreto. Molti credono che sedersi davanti al computer sia sufficiente per tirar fuori idee brillanti, ma la verità è che senza un metodo rischiamo di sentirci sopraffatti oppure di avere il classico blocco dello scrittore.
Un processo di ideazione collaudato vi aiuterà a:
- Evitare la fatica da contenuto: quando dovete postare sui social con costanza, produrre articoli, newsletter e magari anche video, è facile scontrarsi con la paura di esaurire la creatività.
- Avere una routine prevedibile: un calendario di momenti dedicati al brainstorming (individuale o di gruppo) crea un flusso continuo di nuove proposte.
- Sfruttare idee non ovvie: spesso la discussione libera e strutturata porta verso collegamenti inaspettati, esattamente come quando in una conversazione si parte dal tempo atmosferico e si finisce a parlare dei viaggi in Patagonia. Lo scarto creativo nasce dall’apertura a piste insolite.
- Gestire team di lavoro: se siete in una realtà con più persone, avere linee guida definite permette a tutti di partecipare in modo organizzato, oltre a facilitare eventuali passaggi di consegne (nuove assunzioni, ferie, sostituzioni temporanee, ecc.).
- Integrare voci differenti: la fase di generazione di idee non deve coinvolgere solo il social media manager, ma anche chi si occupa di customer service, email marketing, copywriting, o addirittura chi gestisce i rapporti con fornitori. Ognuno può offrire un punto di vista prezioso.
Se invece siete da soli e vi occupate di tutto personalmente (dal customer care all’editing di video), potreste comunque trarre enorme beneficio dal condividere le vostre idee con un amico, un familiare o un collega di fiducia. Il confronto aiuta a uscire dal proprio schema mentale abituale e vedere nuove opportunità.
Prima di tutto, ripassiamo i vostri obiettivi e il vostro pubblico
Ogni volta che vi accingete a ideare contenuti, ricordatevi di rivedere i “fondamentali” del vostro piano di marketing. In particolare:
- Quali sono i vostri scopi principali in questa fase? Se state cercando di far conoscere il brand a più persone, punterete di più su contenuti di awareness. Se invece il vostro scopo è aumentare le vendite, darete priorità a contenuti che favoriscano il passaggio all’acquisto (coupon, promozioni, tutorial approfonditi). Se mirate a fidelizzare i clienti che già avete, creerete qualcosa che li faccia sentire parte di una community esclusiva (eventi speciali, post personalizzati, retroscena sul brand, e così via).
- A chi state parlando? Forse avete un solo avatar ben definito, oppure ne avete tre o quattro. Se ci sono più tipologie di pubblico, ciascun contenuto potrà essere declinato in versioni leggermente diverse, una per ogni “gruppo” di destinatari.
Come coltivare la creatività e lasciare emergere spunti
Sembra un paradosso, ma spesso le idee più belle appaiono quando non le stiamo cercando con ossessione. Tuttavia, possiamo agevolare questo fenomeno con dei comportamenti mirati. Ecco qualche suggerimento.
Siate curiosi
Immaginate che qualcuno vi faccia domande elementari sul vostro business: “Perché esiste questa azienda? A cosa serve questo servizio? Cosa significa usare questo prodotto nella quotidianità?” Spesso, consideriamo ovvie nozioni che per il nostro pubblico non lo sono affatto. Se gestite un centro di bellezza, ad esempio, pensate a quanti possibili dubbi una persona potrebbe avere prima di prenotare: “Devo prepararmi in un certo modo prima di un trattamento facciale?” “È più importante l’esfoliazione o l’idratazione?” “Ogni quanto bisognerebbe fare una pulizia profonda della pelle?” Ogni domanda è un potenziale contenuto.
Consumate contenuti non vostri
Per creare, bisogna anche “assimilare” quello che succede fuori dal proprio orticello. Leggere articoli, guardare video, iscriversi a newsletter (anche di settori totalmente diversi) aiuta a rimanere aggiornati sulle tendenze, sui temi caldi e sugli stili comunicativi più efficaci. Se usate Slack, potete perfino impostare un canale dedicato in cui arrivano automaticamente i nuovi articoli di blog come Social Media Examiner, HubSpot, Klaviyo, e così via. Nel mio team, tutti sono invitati a dedicare almeno un piccolo spazio settimanale alla lettura e all’apprendimento.
Allontanatevi dalla scrivania
Camminare, fare una corsa, passeggiare col cane, perfino lavare i piatti: queste attività hanno un effetto “liberatorio” sulla mente. Portate con voi un taccuino o uno smartphone su cui registrare note vocali e annotate qualsiasi lampo di ispirazione. Inutile affidarsi al “tanto me lo ricordo”: con l’iperstimolazione quotidiana, le idee vanno e vengono con estrema rapidità.
Tenete sempre un blocco appunti a portata di mano
E se non amate la carta e penna, va bene anche un’app come Evernote o Google Keep. L’importante è non perdere quelle idee spontanee che appaiono all’improvviso. Anche se sul momento sembrano stravaganti, potrebbero rivelarsi utili più avanti o ispirare ulteriori riflessioni.
Strumenti online che danno una marcia in più all’ispirazione
Oltre alle strategie “analogiche” (like, passeggiate e chiacchiere), esistono siti web o piattaforme gratuite che, in pochi clic, vi propongono idee per titoli di articoli, spunti per blog post, o elenchi di domande che il pubblico effettua sui motori di ricerca. Eccone alcuni:
Portent’s Content Idea Generator
Il sito di Portent (se cercate su Google “Portent Idea Generator” lo troverete facilmente) offre uno strumento che genera automaticamente titoli buffi o curiosi. Voi inserite una parola chiave – per esempio “cucina vegana” – e lui vi tira fuori proposte come “Perché mia madre aveva ragione sulla cucina vegana” o “Come barare con la cucina vegana e passarla liscia.” Molte di queste frasi sono volutamente provocatorie o ironiche, ma l’obiettivo è far scattare la scintilla. Potreste, ad esempio, ispirarvi a un titolo bizzarro e trasformarlo in qualcosa di più concreto o adatto alla vostra linea editoriale.
Answer the Public
Uno strumento molto gettonato tra i content marketer. Basta inserire una keyword – ad esempio “skin care” – e il sito vi mostra un grafico con tutte le domande più frequenti che le persone digitano su Google: “Quali prodotti di skin care sono vegani?” “Cosa serve per una skincare naturale?” “Come funziona la skin care durante la gravidanza?” e così via. È una miniera di spunti per articoli e contenuti di vario tipo, perché rispecchia gli interrogativi reali del pubblico.
Buzzsumo
Buzzsumo, nella versione gratuita, vi permette di fare alcune ricerche preliminari (poi diventa a pagamento). Vi basta inserire un argomento – per esempio “marketing dei contenuti” – e lui vi mostrerà gli articoli più condivisi sui social network relativi a quell’argomento. In questo modo, potete farvi un’idea di ciò che funziona, delle tendenze e delle angolazioni più popolari.
Le sessioni di brainstorming: come organizzarle
Uno degli strumenti che prediligo sono le riunioni periodiche di brainstorming con tutto il team. Nel mio caso, facciamo un incontro mensile in cui:
- Osserviamo i contenuti che abbiamo pubblicato nel mese precedente e verifichiamo come hanno performato.
- Discutiamo di ciò che prevediamo di postare il mese successivo (tenendo conto di eventuali lanci di prodotto, promozioni o altri eventi).
- Ci confrontiamo liberamente su nuove idee o aggiustamenti da fare.
Un tavolo (fisico o virtuale) in cui ognuno contribuisce con la propria prospettiva: chi si occupa di e-mail marketing, di customer care, di copy, di grafica e così via. L’importante è che l’incontro sia ben strutturato per non trasformarsi in una chiacchierata infinita. Vediamo qualche regola:
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Fissate un’Agenda
Occorre sapere in anticipo chi porta quali dati (per esempio chi analizza il calendario editoriale attuale, chi raccoglie i dati di vendita o i commenti dei clienti, chi condivide le metriche social) e quali punti vanno discussi con priorità. Se ci sono promozioni imminenti o nuovi prodotti da lanciare, è cruciale che siano evidenziati sin dal principio. -
Stabilite il problema o la lacuna da colmare
Forse ultimamente vi mancano contenuti educativi sulle materie prime che usate, oppure avete poco materiale per convertire i nuovi fan in iscritti alla newsletter. Se impostate la riunione chiarendo “Abbiamo bisogno di almeno 5 idee di contenuto che ci aiutino a raccogliere lead,” tutto il team lavorerà con quell’obiettivo in mente. -
Datevi un limite di tempo
Una scadenza (ad esempio un’ora) aiuta a mantenere il focus. Naturalmente, se l’entusiasmo è alto e state producendo molti spunti interessanti, si può sforare. Ma almeno c’è un “contenitore” a cui fare riferimento. -
Lasciate spazio al “brain dump”
Si potrebbe iniziare con 10 o 15 minuti di idee libere. Ciascuno butta lì i propri pensieri, senza temere di essere giudicato o di dire qualcosa di banale. Talvolta da un’idea apparentemente sciocca nasce un’ipotesi brillante. -
Create un clima di fiducia e allegria
Le persone si sentono più motivate a parlare se l’ambiente è rilassato e aperto. Anche se qualche suggerimento non verrà adottato, è importante ascoltare senza criticare in modo severo.
Se siete “lupi solitari” e gestite tutto da soli, potete comunque organizzare una micro-sessione di brainstorming con un parente o un amico. L’ideale è qualcuno che riesca a farvi le domande giuste e fornirvi un punto di vista esterno. Bastano anche 20 minuti in un bar, con un taccuino su cui appuntarvi i risultati della chiacchierata.
Tenere a mente le fasi del funnel
Un concetto fondamentale da non perdere mai di vista è il “funnel dei contenuti.” Immaginate un imbuto che dall’alto accoglie persone che ancora non vi conoscono, fino a restringersi in basso dove ci sono i vostri clienti più fedeli. Possiamo distinguere tre grandi momenti:
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Fase di Attrazione (Awareness)
- Il pubblico qui è composto da persone che non conoscono ancora bene il vostro brand o non hanno grande familiarità con i vostri prodotti/servizi.
- I contenuti tipici sono: storie del marchio, promozioni per chi è al primo acquisto, brevi pillole di consigli, contenuti “edutainment” che miscelano informazione e intrattenimento.
- Lo scopo è “farsi notare,” incuriosire, suscitare l’interesse iniziale.
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Fase di Considerazione
- Qui troviamo fan, iscritti alla mailing list, persone che vi seguono attivamente, ma non hanno ancora acquistato oppure non sono del tutto convinte.
- I contenuti giusti includono: how-to e tutorial sul prodotto, webinar, approfondimenti tecnici, prove di social proof (testimonianze, recensioni, case study).
- L’obiettivo è spingere alla valutazione concreta di ciò che offrite, trasformando la semplice curiosità in un desiderio di acquisto o di iscrizione.
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Fase di Conversione e Fidelizzazione (Customer loyalty)
- Riguarda chi è già cliente o è a un passo dal diventarlo.
- Qui entrano in gioco offerte specifiche, contenuti post-acquisto (ad esempio un tutorial dettagliatissimo su come usare al meglio il prodotto), comunicazioni di ringraziamento, iniziative per chi compra più volte.
- Lo scopo è assicurarsi che la persona non solo acquisti, ma resti legata al brand, magari diventandone ambasciatrice.
Quando ideate o riesaminate idee di contenuto, fatevi sempre questa domanda: “A quale fase del funnel si rivolge questo post/articolo/video?” In questo modo, eviterete di produrre un enorme quantitativo di materiale solo per l’awareness, trascurando magari la conversione o viceversa.
Analizzare i dati passati: imparare da ciò che funziona (e da ciò che non funziona)
Se avete già pubblicato del contenuto in passato, non partite da zero: consultate i dati e osservate quali tipi di articolo, post o video hanno ottenuto più engagement (commenti, condivisioni, clic, vendite).
- Guardate i vostri rapporti social (se usate tool come AgoraPulse, potete generare report comodi) e segnate i post di maggior successo.
- Entrate in Google Analytics (o nella piattaforma di statistiche del vostro sito) e scoprite quali articoli di blog hanno ricevuto più visite, più tempo di permanenza in pagina, o maggiori conversioni.
- Analizzate le risposte via mail o i feedback raccolti in chat dal team di assistenza clienti.
Se vedete che certi temi hanno una resa favolosa, potreste decidere di elaborarli ulteriormente, aggiornandoli o trasformandoli in nuovi formati (es. un post di blog molto letto diventa un video su YouTube o una diretta Facebook). Al contrario, se un tipo di contenuto ha ignorato tutti i lettori, occorre chiedersi come mai: forse non era allineato agli interessi del pubblico o era scritto in modo troppo complesso, o magari andava pubblicato in un altro periodo dell’anno.
Esempio di esercizio pratico: la scheda di lavoro per il brainstorming
Vi propongo ora una specie di “template” da seguire per riempire di idee la vostra prossima sessione di ideazione. Potete adattare questo schema a mano a mano che prendete confidenza con il metodo. L’importante è ricavarvi uno spazio di almeno 30-60 minuti (sul serio, staccate tutto e concentratevi) per mettere sul foglio o su un documento tutte le possibili ispirazioni.
Contenitori e pilastri di contenuto
Fate una tabella in cui elencate, in riga, i principali “pilastri” (o macro-argomenti) su cui il vostro brand costruisce la comunicazione. Per esempio:
- Ingredienti e materie prime (se vendete prodotti alimentari o cosmetici).
- Interviste ad atleti o influencer (se il vostro settore è lo sport).
- Dietro le quinte (storie aziendali, mission, retroscena).
- Pillole di curiosità sul vostro settore (ad es. per un ristorante: la storia di una certa ricetta, l’origine di un ingrediente).
- … e così via.
Poi, a colonne, segnate le tre fasi del funnel (Attrazione, Considerazione, Conversione/Fidelizzazione). Alla fine, incrociate i macro-argomenti con la fase del funnel, così da capire se avete coperto tutti i possibili scenari e non rischiare di rimanere sbilanciati.
FAQ (Domande frequenti)
Scrivete almeno 5-10 quesiti che le persone fanno riguardo ai vostri prodotti o servizi. Se non avete ancora clienti, ipotizzate i dubbi che potrebbero sorgere a chi entra in contatto per la prima volta con la vostra attività. Esempi:
- Come si usa il vostro prodotto?
- È indicato per qualcuno che ha un certo problema?
- Quali sono i tempi di spedizione?
- Cosa succede se il prodotto non mi soddisfa?
Ognuna di queste domande è un nucleo di contenuto prezioso. Pensate sia in forma scritta (blog, social post) sia in forma video o audio.
Commenti del pubblico
Se gestite già canali social o un blog, andate a leggere i commenti e le domande reali postate dai vostri utenti. Quali curiosità o esigenze esprimono? Quali lamentele ricorrono? Spesso, è lì che si annidano spunti brillanti. Ad esempio, se notate persone che si chiedono come usare il vostro mascara portando gli occhiali, potrebbe essere interessante creare un tutorial dedicato.
Educazione sul brand
Chiedetevi: perché fate quello che fate? Quali valori vi guidano? Che tipo di storia c’è dietro il lancio dell’azienda? Questa parte è cruciale per creare contenuti di tipo “brand storytelling”: video di retroscena, articoli che rivelano la vostra filosofia, post che spiegano la filiera produttiva, e così via.
Educazione sul prodotto
Approfondite l’elenco di ingredienti o materiali. Spiegate perché avete scelto certe materie prime e non altre. Raccontate come e dove avviene la produzione. Ancora meglio, descrivete i benefici d’uso in modo semplice e accattivante. Se vendete una crema per il viso, spiegate per esempio i benefici dell’acido ialuronico in un linguaggio chiaro, e illustrate un caso pratico di cliente che la usa da tempo.
Raccolta libera di idee extra
In questo spazio, annotate tutto ciò che non rientra nelle categorie precedenti ma vi sembra stimolante. Potreste scrivere un post dedicato alle festività imminenti? Oppure un contenuto che si collega a un trend del momento (il cosiddetto “newsjacking”)? Mettete tutto per iscritto ora, senza giudicare.
Alla fine di questo esercizio, avrete una lunga lista di titoli o di spunti per articoli, post e contenuti multimediali. È normalissimo che non utilizziate tutto subito. L’idea è costruirsi una “libreria” a cui attingere quando arriva il momento di programmare i contenuti del mese.
Conclusioni
Vi ho illustrato tanti modi per far nascere buone idee. Adesso tocca a voi sedervi, spegnere le distrazioni e iniziare a riempire il vostro foglio creativo. Passeremo poi alla fase successiva: come dare forma concreta a queste idee, trasformandole in un piano editoriale ordinato, pronto per la pubblicazione.
Nel frattempo, vi consiglio di:
- Dedicare almeno un’ora questa settimana a creare la vostra lista di idee.
- Scegliere se farlo da soli o in compagnia (un familiare, un amico, un collaboratore).
- Consultare i dati su Google Analytics, i report di AgoraPulse o gli strumenti di analisi social per capire quali contenuti passati hanno funzionato bene.
- Provare uno degli strumenti suggeriti (Answer the Public, Portent, Buzzsumo) per arricchire il vostro “serbatoio di spunti.”
Ricordate che non c’è un’idea “cattiva” a priori: anche quelle più particolari potrebbero evolversi in soluzioni originali. L’ideazione dei contenuti è un po’ come andare a caccia di conchiglie sulla spiaggia: qualche volta troviamo gemme meravigliose, altre volte accumuliamo sassi, ma l’importante è continuare a cercare.
