Hai presente quel momento in cui una campagna Facebook sembra decollare in maniera convincente, ma non sai bene come muovere i prossimi passi senza rovinare tutto? Ecco, proprio lì entra in gioco la scalabilità verticale. In questa guida, cercherò di mostrarti ogni sfaccettatura di questa tecnica, raccontando anche qualche passaggio che potresti aver visto di sfuggita ma non hai mai approfondito. Preparati, perché ci saranno piccole digressioni utili e qualche esempio pratico che spero riesca a chiarire ogni tuo dubbio.
Cominciamo dal Principio: Che Cos’è la Scalabilità Verticale?
Quando parliamo di scalabilità verticalmente (o scaling), ci riferiamo all’azione di aumentare gradualmente il budget su un’inserzione o su un’intera campagna, puntando a mantenere risultati stabili o addirittura migliori. Se hai già un annuncio vincente, magari un video che funziona bene e ottiene un costo per risultato soddisfacente, l’idea è di versare un po’ più di benzina nel motore, con cautela, per raggiungere più persone e incrementare le vendite o le conversioni.
Perché con cautela? Beh, Facebook è un ecosistema piuttosto delicato. Aumentare bruscamente il budget di un annuncio può stressare l’algoritmo, generare incrementi di costo per risultato e farti venire il mal di testa. Ecco perché si raccomanda (me compreso) di agire a piccoli passi, per permettere all’algoritmo di adattarsi bene al nuovo livello di spesa.
Ricapitoliamo la Base: Strutture ABO e CBO
Prima di approfondire la scalabilità, ti riassumo brevemente due strutture di campagna di cui sentirai parlare spesso: ABO (Ad Set Budget Optimization) e CBO (Campaign Budget Optimization).
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ABO (un budget per ogni set di inserzioni)
Immagina di avere più set di inserzioni, ognuno con un solo annuncio. In questo caso, il budget che imposti va esclusivamente a quel singolo set di inserzioni (e all’annuncio al suo interno). Se ci sono tre set di inserzioni separati, ciascuno avrà la sua cifra dedicata, senza influenzare gli altri. -
CBO (un budget unico a livello di campagna)
Qui, stabilisci il budget a livello di campagna, e sarà Facebook a distribuire i fondi tra i vari set di inserzioni, in base a quale pare stia performando meglio. Può darsi che un set di inserzioni riceva più soldi e un altro ne riceva meno, anche se all’inizio erano stati pensati come potenzialmente equivalenti.
Queste due strutture diventano ancora più interessanti quando si tratta di fare retargeting, cioè quando decidi di mostrare annunci a persone che hanno già interagito con la tua azienda, ad esempio visitando il sito o aggiungendo un prodotto al carrello senza acquistarlo. Nei casi di retargeting, spesso si usa una campagna CBO: un singolo budget, più inserzioni. Facebook, in teoria, dirotta i fondi verso l’inserzione che cattura meglio l’attenzione di chi ha già mostrato interesse.
Orizzontale o Verticale: Un Rapido Confronto
Magari hai sentito parlare anche di scalabilità orizzontale. Questa si basa sul duplicare un annuncio vincente, creare un piccolo test modificandone qualche dettaglio (come il pubblico o la creatività) e vedere se si riesce a migliorare ancora la redditività. È un metodo valido per rinnovare l’interesse verso l’annuncio, soprattutto se noti segnali di affaticamento (cioè quando la frequenza di visualizzazione si alza o i risultati iniziano a peggiorare).
La scalabilità verticale, invece, si concentra appunto sull’aumento graduale del budget di quella specifica inserzione, senza cambiare altri parametri. Giusto per essere chiari, l’orizzontale è come creare altri rami da un albero già fiorente, mentre la verticale è come versare più acqua e nutrimenti sulle stesse radici per far crescere la pianta più in fretta. Ma c’è un trucco: se versi troppa acqua tutta in una volta, rischi di “annegare” la pianta. Lo sai anche tu, non bisogna mai esagerare.
Primo Passo: Identificare l’Annuncio Vincente
Come faccio a scegliere l’annuncio giusto su cui vale la pena spendere di più? Se utilizzi la struttura ABO, ti basta guardare i dati a livello di set di inserzioni e vedere se i numeri sono in linea con i tuoi obiettivi di costo per risultato e se la frequenza di visualizzazione non si è impennata. Se tutto è ok, puoi cominciare ad aumentare il budget un po’ alla volta.
Nel caso di ABO, è semplice: se in un set di inserzioni c’è un solo annuncio, e tu stai spendendo 20 euro al giorno, puoi pensare di passare a 24 euro al giorno. Di solito, si suggerisce un incremento del 20% o poco più, una o due volte alla settimana. Qualcuno preferisce un approccio leggermente più aggressivo, altri ancora più prudente: la chiave è trovare una via di mezzo che non sconvolga l’algoritmo.
Per chi lavora con la struttura CBO, invece, l’analisi deve partire dai risultati della campagna nel suo insieme. Sì, puoi osservare le singole inserzioni, ma sappi che se alzi il budget complessivo, Facebook potrebbe cambiare la distribuzione dei fondi tra gli annunci. Quindi, per la scalabilità verticale in un contesto CBO, è la performance dell’intera campagna a darti il polso della situazione. Se la campagna funziona (ROAS adeguato, costo per risultato ragionevole), alza il budget totale, sempre di un 10-20% alla volta, e poi controlla se la resa rimane buona.
Come Farlo in Pratica: Un Esempio Numerico
Facciamo finta che il tuo budget iniziale sia di 20 euro al giorno, come nel nostro esempio. Se è lunedì, potresti aumentarli a 24 euro. Giovedì dai un’occhiata ai risultati: se noti che il costo per risultato è rimasto vicino a quello di prima o addirittura è migliorato, magari puoi fare un altro piccolo aumento, salendo a 28-29 euro. Uno schema semplice potrebbe essere:
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Lunedì: 20 → 24 euro
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Giovedì: 24 → 29 euro (se tutto fila liscio)
Attenzione, però: potresti anche avere settimane in cui i risultati subiscono un leggero rialzo di costo e magari non vuoi spingerti oltre. In tal caso, fermati, monitora la situazione un altro paio di giorni e decidi se vale la pena tentare un altro piccolo passetto o se è meglio restare sull’attuale livello di spesa.
Perché Aumentare Troppo in Fretta è Rischioso?
Ogni tanto si sente dire: “Ma se un annuncio funziona, mettiamoci più soldi possibile, no?” In teoria suona sensato, ma in pratica è un terno al lotto. Molte volte, se passi in modo brusco da 20 euro al giorno a 100 euro al giorno, Facebook si ritrova a dover rielaborare i suoi algoritmi di distribuzione. Il rischio è che si sfalsi tutto e tu veda un aumento immediato del costo per risultato o un calo del ROAS.
Alcune motivazioni principali:
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Possibile saturazione del pubblico: se hai un pubblico piccolo e aumenti molto la spesa, potresti mostrare troppe volte lo stesso annuncio alle stesse persone, stancandole presto.
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Adattamento dell’algoritmo: Facebook ha bisogno di tempo per capire come distribuire il budget nelle varie fasce di pubblico o tra diversi annunci, soprattutto se lavori con CBO.
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Fattori imprevedibili: magari c’è una festa importante in arrivo o un concorrente che ha iniziato a sponsorizzare prodotti simili. I costi potrebbero oscillare e tu potresti non accorgertene se aumenti il budget troppo di colpo.
E le Campagne di Retargeting? Questione di CBO
Come dicevamo prima, per il retargeting spesso si punta su una struttura CBO, proprio perché Facebook decide in automatico dove allocare la spesa tra le varie inserzioni. Mettiamo che tu abbia due annunci nella stessa campagna di retargeting, con 20 euro di budget giornaliero: è possibile che il primo riceva quasi tutto il budget (ad esempio 15 euro), mentre il secondo ne ottenga 5. Se noti che questo approccio funziona, ossia che uno dei due annunci ha una resa ottima, potresti alzare il budget totale a 24 euro. Facebook continuerà a fare i suoi calcoli e potrà darsi che suddivida il budget in modo diverso o che mantenga la stessa proporzione.
Il consiglio generale rimane: osserva i risultati a livello di intera campagna. Se il ROAS complessivo è buono e il costo per risultato non è schizzato alle stelle, puoi procedere ad altri incrementi, sempre con moderazione.
Qualche Domanda Frequentissima
“Se trovo che un annuncio non rende più dopo aver alzato il budget, dovrei tornare al livello precedente?”
È un’opzione. Alcuni marketer preferiscono farlo per capire se l’algoritmo si è semplicemente “confuso”. Altri, invece, provano a fare un piccolo passo indietro, tipo dal 30% di aumento a un +10%, per testare se esiste una soglia oltre la quale la performance si deteriora. Non c’è una regola fissa, conviene osservare i dati e affidarsi un po’ al buon senso.
“Come faccio a capire quando fermarmi con la scalata?”
La frequenza ti offre un segnale. Se inizia a crescere tanto e vedi calare la redditività, è un campanello d’allarme. Un altro segnale è la saturazione del pubblico (a volte è più subdola da individuare). E, ovviamente, le tue metriche di costo e ROAS: se vedi fluttuazioni molto grandi verso l’alto o una diminuzione costante delle vendite, forse hai raggiunto il limite.
Monitoraggio Costante: La Chiave di Tutto
Potrebbe sembrare banale, ma ho visto tante persone aumentare il budget e “scordarsi” di controllare i dati. Hai idea di quanti soldi si possono buttare in questo modo? Non voglio spaventarti, ma un check frequente (anche quotidiano, quando gestisci budget più alti) è quasi un dovere. Un consiglio è quello di annotare i cambiamenti che apporti (lunedì: budget 20 → 24 euro) e registrare i costi per risultato e il ROAS a distanza di qualche giorno. Così puoi capire se la situazione sta andando bene oppure no.
Conclusioni
Arrivati a questo punto, spero di averti trasmesso un concetto chiave: la scalabilità verticale non è semplicemente un “alzare il budget,” ma un processo graduale, quasi metodico, dove si osservano i numeri, si fanno piccoli aggiustamenti e si cerca di preservare l’efficacia della campagna senza sconvolgere l’algoritmo. A volte mi capita di definire tutto ciò come “la danza del budget”: un passo avanti, uno di assestamento, un altro avanti, e così via.
Se senti di avere ancora qualche perplessità, niente panico. È normale, specialmente se sei agli inizi. Molti marketer alle prime armi confondono la scalabilità orizzontale con quella verticale e finiscono per mescolare le due cose senza un piano. Ma basta un po’ di pratica: inizia con incrementi bassi, monitora costantemente, rimani lucido e cerca di imparare dai dati che Facebook ti offre.
Uno spunto finale: se hai un dubbio, condividilo con la tua community o con chi lavora nel tuo team. Un punto di vista esterno può darti spunti che da solo magari non vedi. E, come sempre, se noti un calo di performance, fermati e analizza la situazione. Forse è solo una fase passeggera. O forse è il segnale che il tuo annuncio ha raggiunto il suo massimo potenziale. In ogni caso, mantenere la calma e procedere a piccoli passi è di solito la via più saggia.
Spero che questa guida ti sia utile per navigare meglio nella giungla delle Facebook Ads. Se hai dubbi, osservazioni o vuoi condividere la tua esperienza, sentiti libero di farlo nei gruppi di discussione o con i colleghi. Buona sperimentazione e, ovviamente, buona scalata verso un successo sempre più solido.
