Automazione E-mail – Come Impostare Flussi Efficaci, Incrementare le Conversioni e Mantenere i Clienti Coinvolti

Se hai un progetto online, piccolo o grande, probabilmente hai già sentito dire che l’e-mail marketing è finito o che le comunicazioni via posta elettronica non funzionano più. Eppure, ogni volta che approfondiamo i dati, scopriamo che l’e-mail rimane uno dei canali più redditizi e diretti per far crescere un business. Alcune statistiche addirittura parlano di un ritorno dell’investimento superiore al 4000%. Se suona troppo bello per essere vero, ti capisco: sembra quasi un numero inventato. Tuttavia, la verità è che, se il traffico da social o da motori di ricerca può essere altalenante, l’e-mail rimane un filo diretto con i tuoi contatti. Per questo motivo, sempre più aziende—dalle più piccole alle più strutturate—puntano sull’automazione e-mail, perché è un meccanismo che si imposta, si ottimizza e poi continua a lavorare in modo (quasi) indipendente.

Qualcuno abbandona il carrello? Riceve una serie di messaggi. Qualcuno ha già acquistato? Entra in un flusso diverso. Questi automatismi sostituiscono ore di lavoro manuale e garantiscono un’esperienza personalizzata per ciascun utente. Il bello dell’automazione via e-mail è proprio questo: reagisce alle azioni dei tuoi iscritti o clienti. Se uno compra, lo ringrazi. Se uno visita una certa pagina, gli dai la giusta spinta per compiere il passo successivo. Se qualcuno non apre le tue e-mail da sei mesi, puoi cercare di riattivarlo o, se proprio non risponde, depennarlo dalla tua lista per migliorare il tasso di recapito. Insomma, l’automazione ti dà l’opportunità di essere presente, ma in maniera ragionata.

In questa guida, troverai una mappa esaustiva per costruire o perfezionare i tuoi sistemi automatizzati e-mail. Non sarà un semplice elenco di suggerimenti in stile “fai così e basta,” ma una disanima passo-passo che parte da un concetto chiave: le automazioni e-mail non vanno mai “preparate e dimenticate,” perché le esigenze del pubblico, i contenuti e le tecnologie cambiano. Bisogna controllarle, ottimizzarle e tenerle “al passo.” Lo so, può sembrare noioso, ma troverai indicazioni pratiche per fare tutto in modo sensato, senza impazzire.

Pronti a cominciare? Prendi una tazza di caffè, mettiti comodo e immergiti in queste sezioni, scritte con uno stile semplice, colloquiale, ma con una grande attenzione ai dettagli che contano. L’obiettivo è fornirti una cassetta degli attrezzi, insieme a qualche ispirazione per rendere le tue e-mail un autentico motore di crescita e di relazione con il pubblico.

Perché l’Automazione E-mail È Così Potente

Ti sei mai chiesto perché moltissime aziende, anche brand enormi, sembrano trascurare le potenzialità dell’e-mail marketing, oppure lo fanno in modo approssimativo? Curiosamente, spesso i giganti commettono errori nella configurazione dei loro flussi: mandano comunicazioni fuori contesto o non segmentano bene la lista. Eppure, parliamo di un canale che offre:

  1. ROI fuori dal comune. Le stime più recenti parlano di rendimenti che possono toccare o superare il 4000%. Potrebbe sembrare fantascienza, ma è il risultato della combinazione di bassi costi di invio, possibilità di personalizzazione e tempi di gestione relativamente contenuti—specie quando imposti l’automazione.
  2. Contatto diretto. Il tuo messaggio arriva nella casella di posta di chi si è iscritto. Non devi fare i conti con l’algoritmo ballerino di Facebook o l’indicizzazione imprevedibile di Google. Certo, resta sempre il rischio di finire nello spam o nella cartella promozioni, ma con una strategia ben congegnata, hai un collegamento quasi personale.
  3. Personalizzazione dinamica. Se qualcuno fa un acquisto, gli mandi e-mail relative a quell’ordine, magari con consigli su come usare il prodotto o su altri articoli complementari. Se qualcuno abbandona il carrello, proponi un promemoria per incentivare il completamento dell’ordine. Non esistono tempi di “attesa”: parte tutto in automatico.
  4. Consolidamento del brand e della relazione. L’e-mail non è solo vendere: è anche raccontare storie, educare, fidelizzare. Se riesci a far sì che i tuoi iscritti aprano le tue comunicazioni con entusiasmo, hai costruito un legame prezioso.

La vera forza, però, non è soltanto spedire newsletter o messaggi sporadici: è costruire flussi automatici che lavorino per te. Alcuni li definiscono “lavoratori silenziosi,” perché fanno il grosso del lavoro di recupero vendite e di approfondimento del rapporto col pubblico. Come se tu avessi un piccolo team che si occupa di rispondere a ogni comportamento dell’utente, dal benvenuto all’acquisto numero cento. È questa la bellezza dell’automazione: meno stress nel monitorare tutto giorno per giorno e più risultati a lungo termine.

E-mail Broadcast o Flussi Automatizzati

Uno dei primi dubbi che assale chi inizia a usare l’e-mail marketing è: “Ma è meglio mandare una newsletter generale o lavorare sull’automazione?” Potresti aver pensato: “Scrivo una bella e-mail a settimana a tutta la mia lista e sono a posto.” In realtà, la distinzione fra broadcast (ovvero gli invii manuali, programmati in date specifiche) e automazioni (le sequenze che si attivano in base a un evento) è fondamentale.

Cosa Sono i Broadcast

I broadcast, spesso chiamati “campagne,” sono quegli invii singoli che decidi manualmente. Un esempio classico è la classica “newsletter del giovedì,” oppure l’annuncio di una nuova collezione in negozio. Queste e-mail vanno a tutta la lista, o a un segmento particolare (es. “solo chi ha già acquistato,” “solo i contatti che non aprono da 90 giorni,” e così via), ma le imposti in un momento preciso, con data e ora di invio stabilite.

  • Pro: sono utili per condividere novità, lanciare promozioni a tempo, raccontare aggiornamenti importanti.
  • Contro: necessitano di un intervento costante. Ogni broadcast è un’operazione “una tantum,” quindi se non lo spedisci, non succede nulla. Inoltre, non sono contestualizzati all’azione recente del singolo utente.

Cosa Sono i Flussi Automatizzati

I flussi automatizzati, o “automations,” partono da un innesco, che potrebbe essere un evento (un acquisto, un click su un link, l’iscrizione a un form) o una condizione (data del compleanno, superamento di un certo importo speso e così via). Qui, la personalizzazione fa la differenza, perché l’utente riceve messaggi rilevanti in base alle sue azioni. Per esempio:

  • Se un visitatore mette un prodotto nel carrello e poi sparisce, un’e-mail di “abbandono carrello” può ricordargli: “Ehi, c’è ancora questo articolo pronto per te.”
  • Se una persona ha appena acquistato per la prima volta, puoi ringraziarla e spiegarle come ottenere il massimo dal prodotto.
  • Se il cliente è ripetutamente attivo, puoi proporre ulteriori soluzioni o contenuti di approfondimento.

Vantaggio principale: non devi fare tutto manualmente. Una volta impostata la sequenza, ogni nuovo iscritto o acquirente sarà “accudito” senza che tu debba intervenire. Inoltre, se strutturato bene, il flusso automatizzato produce una buona percentuale di conversioni perché arriva al momento giusto, con un messaggio specifico.

Scegliere tra Broadcast e Automazione

In realtà, non è una scelta binaria. Spesso li userai entrambi, ma in modi diversi. L’automazione è un pilastro, un sistema che lavora di continuo e porta avanti il contatto con i tuoi iscritti. I broadcast sono “extra” da inserire quando hai notizie speciali, sconti, lanci di nuovi prodotti, ricorrenze stagionali. Il trucco, piuttosto, è evitare che gli utenti ricevano troppe comunicazioni sovrapposte. Ciò richiede un minimo di regia, un coordinamento che impedisca di inondare di e-mail chi ha già ricevuto un flusso. Si può impostare nei software moderni la cosiddetta “priorità” delle sequenze e la frequenza massima di e-mail settimanali, in modo che un utente non si senta assediato.

Tipologie di Flussi Automatizzati

Pensiamo ora ai flussi più importanti che ogni business e-commerce (ma anche chi vende servizi) dovrebbe attivare. Nel video trascritto si evidenziava l’importanza di alcuni flussi cardine: carrello abbandonato, post-acquisto, benvenuto e contenuti di riattivazione. Vediamoli uno a uno.

Flusso di Carrello Abbandonato

È forse il più famoso e il più discusso, perché recuperare chi mette nel carrello e poi scappa fa gola a tutti. È chiaro che gli utenti non acquistano sempre alla prima occasione. A volte si distraggono, altre volte vogliono più tempo per pensarci. Un’e-mail che ricorda il prodotto lasciato a metà del processo può portare un buon incremento del tasso di conversione. Come impostarla?

  • Timing: manda il primo promemoria entro poche ore dall’abbandono. La seconda o terza comunicazione (se decidi di impostarne altre) possono seguire a distanza di uno o due giorni.
  • Contenuto: sii amichevole, spiega che il prodotto è ancora lì, magari rassicura su resi, spedizioni, eventuali testimonianze. Non sembrare disperato: a volte basta un tocco di empatia.
  • Frequenza: evita di sembrare pressante. Già due o tre e-mail di recupero cart possono essere più che sufficienti. Meglio non superare questa soglia, a meno di non avere un brand che vive di e-mail molto “incalzanti.”

Flusso Post-Acquisto (Post Purchase)

Forse il vero gioiello della corona. Se recuperi un carrello, ottieni una vendita. Ma se coccoli chi ha già acquistato, ottieni più vendite nel tempo e soprattutto clienti soddisfatti. Subito dopo un ordine, il cliente è in uno stato emotivo di entusiasmo—ha appena comprato qualcosa che desidera. Questo è il momento perfetto per:

  • Ringraziare: un sincero messaggio di gratitudine (“Siamo felici di averti come cliente!”) è un gesto di classe.
  • Confermare i dettagli dell’ordine: data di spedizione, modalità di consegna, eventuale link per tracciare il pacco.
  • Educare: se vendi integratori, spiega come assumerli. Se vendi cosmetici, mostra un video tutorial su come applicarli. Se vendi software, offri un mini-training.
  • Coinvolgere: invita a seguire i tuoi canali social, a condividere foto o recensioni. Crea un senso di community e di fiducia.

Le e-mail post-acquisto non devono essere una sola: si possono studiare sequenze di più messaggi nei giorni successivi, aggiungendo suggerimenti, idee per sfruttare meglio il prodotto, persino contenuti che raccontano i valori del tuo brand o storie di altri clienti soddisfatti.

Flusso di Benvenuto (Welcome Series)

Quando qualcuno si iscrive per la prima volta alla tua lista, ad esempio tramite un popup sul sito o scaricando un contenuto gratuito, inizia il cosiddetto “onboarding.” Questo è il momento di fare una grande prima impressione:

  1. Confermare l’iscrizione: ringraziare per l’interesse, promettere ciò che si è offerto in cambio (es. un codice sconto o un PDF informativo).
  2. Presentare il brand: spiegare chi sei, perché fai ciò che fai, quali problemi risolvi. Non serve un romanzo, ma qualche cenno per posizionarti nella mente del nuovo iscritto.
  3. Offrire contenuti utili: se hai un blog, video tutorial, guide pratiche, linka subito le risorse migliori, così dai subito un valore concreto.
  4. Invitare all’azione: che si tratti di leggere un articolo, guardare un video o acquistare un prodotto in offerta riservata ai nuovi iscritti, spiega chiaramente qual è il prossimo passo.

Flusso di Riattivazione (Win-Back o Re-Engagement)

Nel corso dei mesi, ci saranno iscritti che aprivano tutte le tue e-mail con entusiasmo e poi, improvvisamente, smettono. Ragioni possibili? Cambiamenti di vita, perdita di interesse, troppi messaggi nella casella, ecc. Questo flusso è pensato per dare una “scossa” a chi si è assopito, cercando di capire se ha ancora voglia di ricevere tue notizie.

  • Tono: spesso conviene giocare la carta della sincerità (“Ci manchi! Non ti sentiamo da un po’. Vuoi ancora restare con noi?”).
  • Proposta: si può offrire un contenuto esclusivo o uno sconto per far tornare l’attenzione. Attenzione però a non sembrare “disperati.”
  • Pulizia finale: se qualcuno non interagisce neppure con questi messaggi di riattivazione, magari è il momento di rimuoverlo dalla lista. Non è un dramma: anzi, avere una lista più ristretta ma coinvolta aiuta la deliverability e l’immagine del tuo marchio.

Possibili Estensioni e Segmentazioni

Oltre a questi flussi principali, esistono tantissime varianti. Ad esempio, flussi basati sul compleanno dell’utente (un messaggio di auguri con un piccolo omaggio), sequenze per utenti VIP che hanno speso oltre una certa cifra, e molto altro. L’unico limite è la tua creatività e, naturalmente, il tempo a disposizione per realizzare i contenuti. Ricorda però che, se gestisci un e-commerce con centinaia di prodotti, sarebbe impensabile creare un flusso post-acquisto diverso per ognuno. Meglio partire dai più venduti, oppure raggruppare i prodotti per categoria. Poi, se avrai altre risorse, potrai raffinare sempre di più.


Come Mantenere e Ottimizzare i Flussi nel Tempo

Un errore classico di chi imposta questi automatismi? “Set and forget,” ossia configuri una volta e non ci torni più. In realtà, il panorama e-mail è in continua evoluzione: cambiano le aspettative degli utenti, ci sono stagioni diverse, il tuo catalogo si aggiorna, le promozioni mutano e, soprattutto, cambiano i parametri di deliverability (specialmente su Gmail).

Controlli Mensili di Base

Un primo suggerimento è di fissare, almeno una volta al mese, un controllo di base di tutti i flussi principali. Puoi farlo con una checklist semplice:

  • Verificare i tassi di apertura (open rate).
  • Verificare i tassi di click (click rate).
  • Controllare se la frequenza degli iscritti in ingresso nei flussi è costante o in calo. Potrebbe esserci un problema nel form di iscrizione sul sito.
  • Accertarsi che i link funzionino (a volte le pagine di destinazione cambiano, i prodotti non sono più disponibili o vengono modificati).

Se noti crolli significativi in uno di questi parametri, prova a capire se c’è stato un cambiamento evidente (ad esempio un link rotto) o se Gmail o un altro provider ha iniziato a recapitare le tue e-mail in spam o in promozioni. Nel caso, corri ai ripari subito, magari aggiornando l’oggetto o i contenuti.

A/B Test e Aggiornamento dei Contenuti

Se hai tempo, puoi approfondire l’ottimizzazione vera e propria, cioè non solo riparare eventuali magagne, ma migliorare i risultati. Non serve stravolgere tutto: basta scegliere ogni mese uno dei flussi e sperimentare qualcosa di nuovo in una o due e-mail:

  • Cambiare l’oggetto e vedere se l’open rate migliora.
  • Sostituire un testo lungo con un testo più breve e un pulsante evidente.
  • Integrare un nuovo contenuto che hai testato in una campagna e che ha reso molto bene, per capire se funziona anche nel flusso.
  • Proporre uno stile più narrativo, inserendo una storia di un cliente soddisfatto. Oppure, al contrario, passare a un approccio più schematico.

L’idea è di adottare un metodo continuo: ogni mese, scegli uno dei flussi e sperimenta un miglioramento. Dopo qualche settimana, guarda i dati: se vedi un +5% di click, puoi estendere quel cambiamento a tutti i messaggi simili. Se invece i numeri non cambiano, pazienza: hai imparato qualcosa su cosa non funziona. Il bello dell’e-mail marketing è che i software di gestione (Mailchimp, Klaviyo, ActiveCampaign, ecc.) di solito rendono agevole l’A/B Test, permettendoti di dividere il traffico tra due versioni dell’e-mail e di confrontare i risultati.

L’importanza di Contenuti Aggiornati e Stagionali

A volte ci si dimentica che esistono stagioni, ricorrenze, trend che mutano nel corso dell’anno. Se in una delle tue e-mail post-acquisto hai inserito consigli per “un make-up leggero perfetto per le giornate primaverili,” forse a gennaio quell’e-mail perde un po’ di smalto. Non dico di dover cambiare ogni riga a seconda del mese, ma un minimo di coerenza stagionale può far sentire l’utente più in sintonia. Inoltre, se vendi prodotti soggetti a scorte, potresti ritrovarti a consigliare un articolo che non è più disponibile. Tienilo a mente: giusto un controllo veloce ogni tanto.

La Pulizia della Lista e l’Impatto sulla Deliverability

Parlando di e-mail, compare sempre il tema della deliverability, cioè la capacità di recapitare effettivamente il tuo messaggio nella casella principale dell’utente (o almeno in promozioni, ma non in spam). I provider come Gmail osservano con attenzione i segnali di interazione degli iscritti: se molte persone non aprono mai, non cliccano, segnalano come spam o se le tue percentuali di rimbalzo (bounce) sono alte, verrai penalizzato.

Perché Mantenere la Lista Pulita

Il primo passo per una buona reputazione presso i server di posta è mantenere un elenco di contatti “sani,” interessati, che mostrano almeno un minimo di attenzione ai tuoi messaggi. So che può far male rimuovere contatti e vedere il numero della lista calare. C’è un po’ di orgoglio nel dire “Ho una mailing list di 100.000 persone.” Ma se 30.000 di loro non aprono mai, stai inviando e-mail che hanno ben poche speranze di essere cliccate. Anzi, peggiori la tua posizione agli occhi di Gmail, Outlook e Yahoo, facendo finire più facilmente le e-mail in spam perfino agli iscritti interessati.

Come Procedere

In genere, puoi impostare un flusso di pulizia o segmentare manualmente la tua lista ogni 2-3 mesi:

  • Cerca tutti coloro che non aprono da 90 o 120 giorni (o da un numero di giorni adeguato al tuo ritmo di invio).
  • Invia loro uno-due messaggi di riattivazione (anche qui, con toni amichevoli, chiedi se desiderano restare o magari offri un contenuto speciale).
  • Se nessuno di questi messaggi viene aperto, sposta quei contatti in un segmento “inattivi” e smetti di mandar loro comunicazioni di vendita. Se desideri, potresti inviare un ultimo avviso con la frase “Stiamo per salutarti—vuoi rimanere con noi?” ma se neanche quello va a buon fine, è ora di eliminarli o archiviarli in un elenco separato.

Questo passaggio di selezione ha un vantaggio: riduci le spese di invio (se il tuo piano e-mail è basato sul numero di contatti) e migliori il tasso di apertura sulla lista residua. Con il tempo, grazie a questi segnali positivi, la tua deliverability crescerà e le tue e-mail avranno più chance di apparire nella cartella principale delle persone coinvolte.

Evitare i Reclami e lo Spam

Oltre alla pulizia, adopera alcune accortezze:

  • Non acquistare liste di contatti e non fare iscrizioni forzate. Potrebbe sembrare un modo rapido di “fare numeri,” ma è una strada piena di segnalazioni spam.
  • Offri sempre un link di disiscrizione chiaro. In Italia è anche un obbligo di legge, ma lo si fa soprattutto per rispetto dell’utente.
  • Presta attenzione alle parole usate negli oggetti e nel contenuto delle e-mail, evitando termini che i filtri antispam considerano rischiosi (per esempio, troppi “gratis,” “urgent,” “!!!” e via dicendo). Ovviamente, non devi farne un’ossessione, ma vale la pena un minimo di moderazione.

Coordinare l’E-mail con Altri Canali

Uno spunto emerso dal dialogo con gli esperti del video riguarda la necessità di non considerare l’e-mail un compartimento isolato. Anzi, i messaggi dovrebbero integrarsi con il resto delle tue attività di marketing: Facebook Ads, Google Ads, SMS marketing, contenuti video, e così via. L’utente non va bombardato su ogni canale con la stessa offerta, ripetuta uguale.

Un Approccio di Insieme

È giusto che i tuoi messaggi e-mail siano coerenti con la pubblicità che l’utente vede su Instagram o con i post sul tuo blog. Se l’e-mail gli parla di un prossimo lancio e su Facebook trova un annuncio diverso e incongruente, si genera confusione. Al contrario, quando c’è corrispondenza—magari una grafica comune, uno slogan identico—l’effetto di richiamo potenzia la fiducia e la probabilità di conversione.

Frequenza e Segmentazione

Coordinare non significa inviare più messaggi possibili. Significa soprattutto impostare regole chiare: quante e-mail settimanali? Quante promozioni mensili? Se un utente ha già acquistato, ha senso proporgli lo stesso sconto su Instagram Ads e via e-mail? Forse sì, ma con messaggi studiati appositamente. L’ideale è creare segmenti di utenti in base alla loro storia di acquisto e al coinvolgimento, così da mostrare a ciascuno contenuti rilevanti. Nell’e-mail marketing, la parola chiave è “rilevanza.” Se non offri nulla di interessante o contestuale, l’utente smette di seguire.

Non Esagerare con l’Automazione

L’automazione è stupenda, ma potrebbe sfuggirti di mano. Se imposti flussi di benvenuto, flussi post-acquisto, carrello abbandonato, reminder di prodotti correlati, e in più mandi due broadcast a settimana, rischi che alcuni contatti ricevano troppi messaggi in un breve lasso di tempo. Per esempio, se Tizio si iscrive oggi, acquista domani, poi lascia un altro articolo nel carrello il giorno successivo, potrebbe ritrovarsi una valanga di e-mail in 72 ore. Qualcuno ne sarà felice, ma altri potrebbero sentirsi oppressi. Usa le opzioni di limitazione disponibili nei software (es. “non inviare più di X e-mail a questa persona in un arco di Y giorni”) e pianifica un po’ di respiro fra un messaggio e l’altro.

Errore Comune – Trascurare i Flussi Post-Acquisto

Un aspetto particolarmente evidente è l’importanza del flusso post-acquisto, spesso sottovalutato. Molti si concentrano sul carrello abbandonato, perché è bello parlare di recuperare vendite. Ma la vera ricchezza sta nel coltivare chi ha già speso e potrebbe tornare a spendere, magari con scontrini più alti o più acquisti nell’arco dell’anno.

Perché Puntare sul Post-Acquisto

Subito dopo un acquisto, la persona è in “fibrillazione,” felice della sua decisione—o almeno, speriamo che lo sia. Ha voglia di sapere come utilizzare al meglio ciò che ha comprato, di ricevere aggiornamenti sulla spedizione, di sentirsi rassicurato e accolto. Se, invece, dopo aver pagato non viene più contattato (o peggio, riceve solo la ricevuta dell’ordine), potrebbe sentirsi abbandonato o pensare di non aver fatto un buon affare.

Con il post-acquisto, puoi:

  • Offrire tutorial e suggerimenti d’uso.
  • Fare crescere l’aspettativa e la soddisfazione mentre il prodotto arriva a casa.
  • Incoraggiare un secondo acquisto (o l’iscrizione a un programma fedeltà).
  • Consolidare il rapporto a livello emotivo: la persona sente di aver “incontrato” un brand che la capisce e la segue anche dopo la vendita.

Creare Contenuti di Valore

Un flusso post-acquisto degno di questo nome deve offrire “valore reale,” non solo un “Grazie, ecco un altro prodotto da comprare.” Qualche esempio?

  • Guide d’uso: se vendi prodotti di make-up, mostra brevi video che spiegano step by step come applicarli al meglio. Se vendi attrezzatura sportiva, proponi un piano di allenamento.
  • Contenuti di ispirazione: se la tua azienda è attenta all’ambiente, parla delle scelte etiche nella produzione del tuo articolo. Se la tua missione è aiutare le persone a superare una difficoltà, racconta storie di successo o metti in luce i retroscena del tuo team.
  • Invito a seguire altri canali: potresti suggerire di unirsi a un gruppo Facebook o di seguire il tuo canale YouTube, dove continuerai a dare consigli interessanti.

Promuovere Prodotti Correlati in Modo Intelligente

Certo, puoi anche proporre altri articoli. Ma fallo con un approccio che sia percepito come un servizio, non un tentativo disperato di spillare più soldi:

  • Contestualizza: “Hai acquistato un kit da sci? Potrebbe interessarti questa guida su come scegliere gli scarponi giusti e, se desideri, ecco un modello molto apprezzato da chi ha il tuo stesso livello di esperienza.”
  • Evita spam: se subito dopo l’acquisto bombardi con un “Compra subito anche quest’altro prodotto,” rischi di sembrare invadente. Puoi lasciare trascorrere un po’ di tempo e intanto fornire consigli.
  • Usa le pre-vendite (“presale”): un’idea geniale emersa nel dialogo è includere e-mail di natura problematica (es. “Hai anche questo problema?”) oppure di storytelling, che portano naturalmente alla soluzione offerta da un altro tuo articolo. È persuasione sì, ma più fine e delicata.

Risorse, Strumenti e Metodologie di Lavoro

Per implementare questi flussi, esistono varie piattaforme. Una delle più note è Klaviyo, usatissima da chi vende online (specie su Shopify) per la sua semplicità d’uso e per la potenza di personalizzazione. Altre soluzioni includono Mailchimp (più basilare) e ActiveCampaign (ricco di automazioni). L’importante è conoscere bene lo strumento che utilizzi e sfruttarne le funzioni chiave:

  1. Segmentazione: definire gruppi di contatti in base alle azioni (acquisti, aperture, clic).
  2. Workflow builder: l’editor grafico che ti permette di “disegnare” il percorso di ogni utente (“Se abbandona il carrello, manda l’e-mail 1, poi se non clicca manda l’e-mail 2, altrimenti passa qui…”).
  3. Test e reportistica: la possibilità di eseguire A/B test e di analizzare i dati per ottimizzare in modo continuo.
  4. Integrazioni: collegamenti con il tuo e-commerce, CRM, tool SMS, chatbot, ecc.

A livello metodologico, molti professionisti del settore consigliano di:

  • Partire con pochi flussi ma buoni: meglio 3-4 ben fatti (carrello abbandonato, benvenuto, post-acquisto, riattivazione) che 15 flussi trascurati.
  • Fare un calendario di revisione: ogni mese, scegliere un flusso su cui concentrare l’ottimizzazione. Piccoli cambiamenti costanti portano miglioramenti progressivi.
  • Conservare i template vincenti: quando mandi un broadcast che ottiene risultati sopra la media, trasformalo in una e-mail automatica, se possibile, oppure prendi l’idea di fondo (il racconto, l’immagine, il tono di voce) e adattala ai flussi pertinenti.

 

Conclusioni

Il grande segreto dell’automazione e-mail sta nel suo approccio ibrido tra costanza e cambiamento. Mi spiego meglio: da un lato, è un sistema che lavora in autonomia, inviando messaggi nel momento giusto a persone precise. Dall’altro, va curato, ottimizzato, aggiornato con nuovi contenuti. Se lo imposti e non ci metti più mano, finisce per diventare obsoleto o, peggio, per causare errori (link non aggiornati, offerte scadute, ecc.).

Certo, quando si è nel pieno delle attività di marketing, tra pagine da rifare e campagne pubblicitarie da riorganizzare, dedicare mezza giornata a rivedere i flussi e-mail può sembrare faticoso. Ecco un suggerimento pratico: metti in agenda, ogni mese, un appuntamento di due ore con i tuoi flussi. Confronta i dati, cambia qualcosa di piccolo, sperimenta un nuovo testo. In alcuni casi, troverai un semplice errore che, se corretto, ti porterà vendite extra da subito.

Infine, un consiglio che emerge forte dal confronto con i professionisti del settore è puntare sulla costruzione di relazioni più che sulla vendita immediata. Chi riceve un tuo messaggio e sente che lo stai accompagnando, educando, divertendo, è molto più disposto ad acquistare di nuovo e a parlarti bene con amici o colleghi. Invece, chi si sente pressato da continue promozioni potrebbe aprire qualche e-mail iniziale, ma alla lunga potrebbe stancarsi e ignorare i tuoi messaggi.

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